
“Prima di assistere all’appassionato discorso in difesa dell’Ovest tenuto da Aragorn davanti al Cancello Nero di Mordor nell’adattamento cinematografico del 2003 de Il ritorno del Re, in pochi si erano accorti che la Terra di Mezzo fosse qualcosa di più che un piacevole mondo fantastico creato da un professore inglese un po’ tarchiato con una passione per il tabacco da pipa. Si era sull’onda emotiva dell’11 settembre e il discorso di Aragorn trovò risonanza in molti cuori. Un buon numero di persone dedusse, allora, che l’autore di quella storia epica dovesse senz’altro essere un fervido difensore della civiltà occidentale. Altri, invece, continuarono a sostenere che il docente di Oxford avesse in mente solo l’occidente della sua immaginaria Terra di Mezzo, e non la sordida e inquinata civiltà occidentale dei nostri giorni.”
“In entrambi i punti di vista c’è del vero; colpisce, comunque, quanto poco sia stato scritto sulla dimensione politica ed economica della Terra di Mezzo. Il mondo fantastico di Tolkien sovrabbonda di macchinazioni politiche, e il suo creatore aveva opinioni inconsuete, forse persino sorprendenti, riguardo alla politica e all’economia.”
Recensioni
Autori | Jonathan Witt e Jay W. Richards |
Curatore |
Maurizio Brunetti |
Titolo | Hobbit Party |
Sottotitolo |
Tolkien e la visione della libertà che l'Occidente ha dimenticato |
Edizione |
I |
Collana |
La sfera e la croce |
Anno | 2016 |
Pagine | 453 |
Formato | e-book, epub |
ISBN | 978-88-9328-018-1 |
Fra riformismo borbonico e rivoluzione liberale