
“A Nelson Mandela, morto il 5 dicembre 2013 a Johannesburg all’età di 95 anni, e celebrato con una cerimonia svoltasi nello stadio di Soweto alla presenza di circa 100 capi o ex-capi di Stato e di governo di ogni parte del mondo, si deve il merito storico di aver saputo pilotare il Sudafrica attraverso un’ardua fase di transizione che avrebbe potuto essere anche peggiore di quella che si è determinata.
È peraltro un merito che condivide pienamente con Frederik de Klerk, il leader del Sudafrica “bianco” eletto nel 1989 sulla base di un programma di superamento della segregazione razziale (apartheid), il quale nel febbraio 1990 lo liberò dal carcere mettendolo così in grado di riassumere in modo incondizionato la guida dell’African National Congress (ANC), la principale forza politica dei neri sudafricani da lui pure legalizzata alcune settimane prima.
Durato dal 1948 al 1991, l’apartheid fu un regime senza dubbio moralmente inaccettabile ma la sua esatta coincidenza cronologica con la Guerra fredda, deve però essere ben considerata per capirne origini e sviluppi.”
Recensioni
Autori | Giuseppe Brienza, Roberto Cavallo, Omar Ebrahime |
Prefazione |
Rino Cammilleri |
Titolo | Mandela, l’apartheid e il nuovo Sudafrica |
Sottotitolo |
Ombre e luci su una storia tutta da scrivere |
Collana |
I miti del Novecento: luci e ombre |
Anno | 2014 |
Pagine | 185 |
Formato | e-book, epub |