
“La teoria, secondo cui la vita sarebbe sorta casualmente dalla materia inorganica, non è, in fondo, che la versione moderna di una credenza vecchia, probabilmente, quanto l’osservazione superficiale della natura, la «generazione spontanea»: quella, per intenderci, che un tempo faceva ritenere che le anguille nascessero dalla melma dei fiumi, le zanzare dai miasmi delle paludi, le mosche dalla carne putrefatta, e altre favolette simili. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che quegli antichi erano più logici dei loro epigoni moderni: infatti, per giustificare una così palese violazione del principio di causa ed effetto, invocavano l’intervento di misteriose «influenze astrali», capaci addirittura, secondo loro, di vivificare la materia inerte.”
“Simili credenze avevano attraversato senza troppe difficoltà nonostante un certo carattere di «superstizioni pagane» – il Medioevo cristiano, e s’erano rafforzate nel Rinascimento, perché avallate, un po’ come la magia, dall’«autorità» degli scrittori classici, anche se nel primo Umanesimo, che era ancora cristiano, c’erano stati studiosi, come Francesco Petrarca (1304-1374), che avevano polemizzato duramente contro il determinismo astrologico degli averroisti loro contemporanei1, tipici esponenti, questi ultimi, di un’epoca giustamente definita «l’autunno del Medio Evo»”
Recensioni
Autori | Giulio Dante Guerra |
Titolo | L'origine della vita |
Sottotitolo |
Il «caso» non spiega la realtà |
Edizione |
I |
Collana |
Orizzonti della conoscenza |
Anno | 2016 |
Pagine | 152 |
Formato | e-book, epub |
ISBN | 978-88-9328-009-9 |
Fra riformismo borbonico e rivoluzione liberale