Che Cristoforo Colombo sia nato a Genova è cosa che tutti diamo per vera e quasi per scontata. E invece no: sull’origine dello scopritore dell’America si dibatte da secoli, e non soltanto per questioni di campanile.
Il papà ha raccolto una piccola parte degli scritti di Andrea in un libro (Bianche sponde...sotto una lesta aurora. Riflessi di un'anima, D'Ettoris Editori), che distribuito a offerta libera ha costituito la prima entrata dell'associazione.
Certo, dalle nostre parti non è mai esistita e non esiste una tradizione conservatrice del tipo britannico o statunitense. Da quel mondo, tuttavia, si possono ricavare alcuni utili spunti. Ad esempio quelli che fornisce un bellissimo saggio di Russell Kirk appena pubblicato dall'editore D'Ettoris. S'intitola The American Cause. Il manuale del buon conservatore, e ribadisce il concetto fondamentale che innerva tutta l'opera di Kirk, ovvero la «prudenza».
Il possesso di imperi non costituiva solo una risorsa economica ma anzitutto un'affermazione politica, come spiega Renato Cirelli in «L'espansione europea nel mondo. Ascesi, crisi e declino di un'aspirazione imperiale» (D'Ettoris editore, 2016).
Difficile trovare un personaggio storico altrettanto colpito per razzismo, suprematismo, autentico odio, quale Cristoforo Colombo. Sono stati sufficienti pochi anni per assistere al tracollo della sua figura, all'abbattimento di sue statue, alla cancellazione delle feste in suo onore, specie il 12 ottobre, il Columbus day, che rammemora il 12 ottobre 1492 quale scoperta dell'America, data di arrivo del navigatore sul continente. Negli Stati Uniti, ma non soltanto, gli si sono anteposti gli indigeni, incolpandolo di aver contribuito al loro sterminio. Ne continuano a pagare monumenti, simboli, personaggi legati alla sua figura e, indirettamente, all'intero mondo italo-americano. Lo stesso parlamento nostrano ha dovuto prendere atto della degradazione non soltanto dello scopritore, bensì della cultura che gli è collegata.
Fiorella Nash è ricercatrice e scrittrice della Society for the Protection of Unborn Children di Londra e ha oltre dieci anni di esperienza nella ricerca sulle problematiche inerenti la vita da una prospettiva femminista. Partecipa regolarmente a convegni nazionali e internazionali ed è apparsa su radio e stampa statunitensi per discutere di questioni come l’aborto, il genere, la salute materna e la maternità surrogata commerciale. È una scrittrice pluripremiata che ha firmato le sue molte opere di narrativa con il semi-pseudonimo «Fiorella De Maria».
Anna Linda Ravazzoni, nata a Roma, è laureata alla LUMSA in lingue e letterature straniere, con indirizzo in lingua e cultura spagnola. Esperta in comunicazione istituzionale e marketing d’impresa, nel corso della sua carriera ha svolto diversi incarichi per Enti e Organizzazioni nazionali ed internazionali. Sceneggiatrice e scrittrice, autrice d’inediti di poesia e narrativa, esordisce con quest’opera interamente imbevuta della storia della propria famiglia.
Luisa Maddalena Medolago Albani è laureata in Medicina e Chirurgia, specialista in Neuropsichiatria Infantile. Negli anni ’70 del secolo scorso ha partecipato, qualificandosi ai primi posti, a svariati premi letterari. Si è poi dedicata alla riabilitazione di bambini con difficoltà di varia entità e malattie rare. Collabora con la rivista “Missione salute”. Attualmente si dedica alla ricca documentazione presente nell’archivio di famiglia, da cui sono tratti i contenuti de La Mula Baldanzosa, di cui ha curato anche le traduzioni. È discendente di Stanislao Medolago Albani figlio di Benedetta de Maistre, ma educato da Filomena considerata a tutti gli effetti sua madre. Stanislao è stato uno dei protagonisti del movimento Cattolico italiano a cavallo tra XIX e XX secolo, mentre il pensatore Joseph de Maistre, di lui più noto, era nonno paterno di Benedetta e Filomena.
Il toscano Domenico Giuliotti (1877- 1956) è uno degli scrittori illustri e dimenticati della letteratura italiana del Novecento: poeta, saggista, polemista, scrisse versi propri e curò l’edizione critica delle Rime di Cecco Angiolieri e studi su Jacopone da Todi, François Villon e Joseph de Maistre, del quale tradusse e pubblicò un’antologia di scritti; fu stretto collaboratore di Giovanni Papini, con cui realizzò il Dizionario dell’omo salvatico (cioè l’uomo cristiano che non si è lasciato “civilizzare” dall’Umanesimo, dal Rinascimento, dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione: in una parola, dalla modernità).
Fiorella Nash, scrittrice e ricercatrice della Society for the Protection of Unborn Children di Londra è una femminista prolife. Nel suo libro L’abolizione della donna. Come il femminismo radicale tradisce le donne, trae spunto dalle modalità di comunicazione del femminismo odierno per sviscerare e analizzare pratiche disumane come i delitti d’onore, il fenomeno delle spose bambine, il «gendericidio» infantile, il controllo delle nascite e la mortalità materna in prossimità del parto.