
“L’unificazione politica della penisola italiana, nel decennio dal 1859 al 1870, suscita molte resistenze e reazioni, in particolare nel Regno delle Due Sicilie, dove la lotta armata contro gli invasori assume proporzioni straordinarie.
Questo comportamento valoroso, definito sbrigativamente “brigantaggio” dai vincitori, viene censurato e deformato per oltre un secolo, perché nella costruzione dell’immagine “epica” del Risorgimento non poteva esservi posto per alcuna forma di resistenza e dunque la reazione della popolazione del regno è stata letta per lungo tempo come una parentesi spiacevole da liquidare frettolosamente.
Anche il termine utilizzato è indicativo di questo atteggiamento. La figura del brigante non era nuova per quelle contrade, ma nella storia della parola si possono individuare due momenti distinti: «il significato antico sostanzialmente positivo, e quello più recente, che, sorto da una degradazione del precedente, assunse sempre più quella connotazione di “fuorilegge”, che oggi prevale. Per il Lissoni [Antonio (1787-1865] questo senso moderno [...] sarebbe proprio del francese brigant (e, quindi, da rifuggire), come lo è il derivato brigantaggio, dal francese brigandage fin dal 1410”
Autori/curatori | Francesco Pappalardo |
Titolo | Il brigantaggio postunitario |
Sottotitolo | Il Mezzogiorno fra resistenza e reazione |
Anno | 2014 |
Pagine | 162 |
Formato | e-book, epub |
ISBN | 978-88-89341-88-9 |